In questo articolo desidero fare chiarezza sulla fiscalità nel Network Marketing. C’è ancora troppa inconsapevolezza riguardo a questo argomento, soprattutto qui in Italia.
Nella prima parte farò chiarezza su alcuni miti che si mantengono in piedi da troppo tempo ormai, mentre nella seconda spiegherò quali sono le opportunità fiscali che ogni azienda ma anche ogni Networker dovrebbero sfruttare.
Network Marketing fiscalità estera: la Verità!
In giro sui Social Network o sui Forum si legge spesso di “dovere stare attenti a lavorare con aziende estere che non hanno la sede in Italia”.
Il più delle volte chi offre questi consigli è una persona dalla dubbia carriera di Networker, motivo per cui trova appagante improvvisarsi Fiscalista Internazionale o Giudice Tributarista.
Se parliamo di Stato estero NON APPARTENENTE ALLA COMUNITA’ EUROPEA, probabilmente entriamo in una sfera molto delicata e posso capire la paura di molti di accostarsi ad un business di oltre-oceano.
Tuttavia NON esiste N-E-S-S-U-N-A Legge che vieti di fare business all’interno della Comunità Europea con un’azienda con Sede Legale in un qualsiasi Stato Membro dell’UE.
Un’azienda nell’UE il cui modello di distribuzione NON prevede rappresentanti in loco per veicolare il suo prodotto:
(1) …ha TUTTO IL DIRITTO di fare business nella Comunità Europea;
(2) …può farlo SENZA MUNIRSI DI UNA STABILE ORGANIZZAZIONE assoggettata alle imposte dello Stato in cui tale Stabile Organizzazione risiede.
Un’azienda così strutturata esiste, e la troviamo proprio nell’Industria del Network Marketing. O meglio, e qui casca l’asino, nel Network Marketing delle ORIGINI.
Dal Produttore al Consumatore Finale
Tutti sanno che il Network Marketing consiste nel PORTARE UN PRODOTTO DAL PRODUTTORE DIRETTAMENTE NELLA CASA DEL CONSUMATORE FINALE.
Almeno TEORICAMENTE, perché poi fanno Vendita Diretta, e questo prodotto guarda caso viaggia anche nei cofani delle auto di questi signor “però non devi vendere!”.
Se non devi vendere spiegami perché ti girano un margine sulla Vendita Diretta e da dove vengono quei prodotti che ti trascini dietro ogni giorno.
Questo genere di imbecilli che fanno la guerra alle aziende estere NELLA COMUNITA’ EUROPEA non ti dicono però che IN ITALIA il 98% dei Networkers VENDE A NERO.
Opsss… non dovevo dirlo? ED INVECE L’HO DETTO, così questi Networkers da bar prima di parlare di fiscalità internazionale e di legalità mi devono spiegare perché fanno pratica ILLEGALE di VENDITA A NERO.
Lo so che in ItaGlia vi piace parlare di cose che neanche conoscete, ma per il bene della vostra futura carriera da Networker: S-M-E-T-T-E-T-E-L-A. La guerra contro i mulini a vento lasciatela fare a Don Chisciotte ed ascoltate uno stronzo.
Nei prossimi paragrafi, spiegherò i MOTIVI REALI (ed INFONDATI) che hanno scatenato la caccia alle streghe nei confronti delle aziende di Network Marketing che lavorano nell’UE senza una sede legale in Italia.
Le 3 P: PAURA DI PERDERE LA PENSIONE
Eh già. Non accade solo tra i dipendenti, anche il 95% dei Networkers è iper-sensibile al tema della PENSIONE.
Molti Networkers sconsigliano di lavorare con aziende che non hanno una Stabile Organizzazione in Italia per il semplice fatto che dopo devi versarti i contributi da solo. Infatti se vieni inquadrato come Venditore Porta a Porta (com’era? Non si deve vendere?? Venditore Porta a Porta???), l’azienda deve versarti 2/3 dei contributi pensionistici.
Ora, caro il mio amico scemo, a costo di “doverti svelare bruscamente che Babbo Natale NON esiste” devi sapere che l’INPS è UNO SCHEMA PONZI. I soldi che ti vengono versati per la tua previdenza sociale NON SONO I TUOI, e nessuno ha intenzione di conservarteli per quando andrai in Pensione perché servono a pagare le pensioni dei PENSIONATI DI OGGI.
Toglimi una curiosità. Quando dici agli altri che grazie al Network Marketing dopo 3-5 anni di attività si va in PENSIONE ci credi veramente?
Se ne sei certo spiegami perché ti preoccupi così tanto dei contributi che l’azienda dovrebbe versare allo Stato italiano per una PENSIONE CHE NON AVRAI!
Ti senti a posto con la coscienza quando vendi agli altri il concetto di pensione-anticipata però intanto tu, non si sa mai, ti preoccupi di quella statale?
PAURA DI PAGARE PIU’ DEL 18% DI TASSE
Un’altra paura di lavorare con aziende di NM senza Stabile Organizzazione in Italia si fonda sull’errata idea DI DOVER POI PAGARE PIU’ DEL 18% DI TASSE come previsto dalle agevolazioni del “Venditore Porta a Porta”.
Certo è un ottimo regime fiscale dal punto di vista italiano, ma NON è certo il più vantaggioso dalla prospettiva europea. Con un buon Tax Planning internazionale si può scendere persino sotto quella percentuale. Mooolto sotto.
Un buon Networker non deve solo pensare a guadagnare, è importante anche imparare a PROTEGGERE quello che si guadagna. La Libertà Finanziaria è una Scienza, pertanto richiede studio, sforzo e molte prove prima di imboccare la via giusta.
Perché le aziende di Network Marketing che lavorano nell’UE lo fanno da Stati a bassa tassazione? Immagina due maratoneti in una competizione sportiva. Uno corre con addosso 64,7 Kg e l’altro “solo” con 10 Kg, secondo te quale dei 2 vincerà la gara?
Ti garantisco il secondo, perché per quanto puoi essere il più allenato non puoi vincere con 54,7 Kg in più addosso. Parti “già morto”. Sei li che corri mentre aspetti di essere seppellito.
Cosa c’entra questo esempio con la Fiscalità?
Il primo maratoneta è l’azienda italiana che cerca di vincere correndo con il 64,7% di pressione fiscale sulle spalle e l’altro ad esempio rappresenta un’azienda bulgara con la sua tax flat unica del 10%.
Se la tua azienda si trova in uno Stato dell’UE che non è l’Italia invece di spaventarti perché NON provi a seguire il suo esempio? Cazzo, non sei mica una pianta! Che cosa ti trattiene?
Hai già scelto un modello di business che ti HA RESO LIBERO, e adesso devi solo scegliere IN QUALE STATO DELL’UE VUOI PAGARE LE TASSE.
Ovviamente NON ti sto consigliando di vivere in Italia e fatturare dall’estero, perché faresti pratica ILLEGALE di esterovestizione. Cioè staresti vestendo la tua azienda d’estero per non pagare le tasse in Italia e questo è un reato perseguibile legalmente.
Network Marketing fiscalità a confronto con l’Affiliate Marketing
Ci sono molte analogie tra il Network Marketing fedele all’idea Originale e l’Affiliate Marketing. L’Affiliate Marketer NON si invischia nei processi distributivi di un’azienda, ma si occupa di generare costantemente traffico. Ed è quello che dovrebbe fare il Networker.
Soffermiamoci un attimo sulla storia del Tesserino, UN’ALTRA MACCHIA che appesantisce il modello di business del Network Marketing.
Il Tesserino serve al Venditore porta a porta per entrare nelle case di persone sconosciute e farsi RICONOSCERE. E’ in pratica un mezzo identificativo per dimostrare di essere abilitato a VENDERE i prodotti di una certa Compagnia.
Pensi davvero di dovere entrare nelle case di perfetti sconosciuti con un Tesserino identificativo con l’obiettivo di vendere qualcosa? C’è chi lo sostiene, definendo addirittura TRUFFALDINA un’azienda che non ti munisce di Tesserino.
Le aziende di Network Marketing sfruttano spesso e volentieri l’inconsapevolezza di molti Networkers riguardo alla fiscalità, perché in questo modo possono scaricare il proprio magazzino a casa loro.
Proprio così. Usano il Networker come un magazzino ambulante, una vittima da immolare sull’altarino del dio-Fatturato.
Il Networker deve orientare la propria fiscalità allo stesso modo di un affiliate marketer che fa pratica di dropshipping. Il dropshipping ci consente di fare commercio senza il vincolo di un magazzino fisico e quindi ci libera da possibili perdite legate alle giacenze di magazzino.
Network Marketing fiscalità… per concludere
L’argomento fiscalità è molto vasto e andrebbe approfondito su ogni singolo caso da un esperto. Un singolo post può aiutare a fare chiarezza, tuttavia vista la vastità del tema non si può che usare quanto scritto come punto di partenza per una ricerca più seria.
Allo stesso tempo, per ricevere risposte, non puoi affidarti ad un normale commercialista, o peggio a quello che ti dice il tuo Sponsor, o peggio ancora pretendere che la tua azienda si occupi DELLA TUA FISCALITÀ.
Devi diventare più RESPONSABILE della gestione dei TUOI soldi se ti sta a cuore la tua salute finanziaria e quella della tua famiglia.
Buon lavoro di Ricerca, io intanto approfondirò con nuovi post altre sfaccettature dell’argomento fiscalità.
Finalmente si fa luce su un tema estremamente importante, La malinformaziome diventa uno strumento pericolosissimo in mano ai Tuttologi del nostro settore.
Grazie Ricky, il tuo blog e’ la Bibbia del NM ….e senza sottotitoli !!!
Grazie delle belle parole Patty, ti abbraccio! 😀
Ciao Ricky, grande leva utilizzata per sponsorizzare: garanzia dell’azienda, sede Italiana.
In merito al porta a porta, citato nel tuo articlo, molti networkers anche leaders, alla domanda : ‘ e’ un porta a porta? quasi sempre rispondono : ‘ no, non si tratta di porta a porta, e’ network marketing’
Tesserino alla mano: ‘incaricato alla vendita a domicilio, cioe’ porta a porta’. Complimenti per la risposta!
Grazie come sempre delle ottime informazioni, Ricky.
Hai perfettamente ragione Dany, ho sentito anche io ripetere spesso quella frase. A pronunciarla sono le stesse persone che contribuiscono a ridicolizzare il Network Marketing e chi fa l’attività (e di conseguenza ridicolizzano loro stessi).
Ciao Ricky, ti volevo chiedere un’informazione in merito alla fiscalità nel Network Marketing.
Tempo fa una persona di mia conoscenza mi ha proposto di entrare nel Network Marketing di un’azienda “AMMMERICANA” con sede anche in Europa e più precisamente in Olanda.
Dopo avermi elogiato tutti i benefici di far parte del Network Marketing, quando gli chiesi come avrei giustificato le mie provvigioni al fisco, dato che sarei dovuto entrare come privato, la risposta fu, che di questo non mi sarei dovuto preoccupare (e quando ho sentito queste parole il bat-sensore di pericolo ha iniziato a vibrare), in quanto sarebbe stata l’azienda ha pagare tutte le tasse per me. In Olanda.
Quindi tutto quello che avrei ricevuto non sarebbe stato tassato anche in Italia, come reddito. Ora io sono profano in materia, ma funziona proprio così con Aziende che hanno sede all’estero?
Grazie e complimenti per l’articolo.
Ciao Alessio! Ogni singolo caso va analizzato a sé e richiede l’assistenza di un tributarista internazionale. Questo Blog non si occupa di consulenze fiscali.
In ogni caso posso dirti che per i redditi prodotti all’estero -salvo alcune eccezioni-, se hai la residenza fiscale in Italia devi pagare comunque le tasse sul reddito personale lì in base al tuo scaglione di reddito. Un saluto 🙂
Caro Ricky, speravo di leggere un articolo chiaro e trasparente, invece leggo una serie di imprecisioni e di notizie non corrette, provo a ribadirti i tuoi punti.
Sulle aziende estere di Network Marketing
Tu affermi che non esiste nessuna norma che proibisca di fare Business all’interno della UE, sbagliato!
Esiste il principio della libera circalazione e una enorme legislazione di divieti.
Tu affermi: “Un’azienda nell’UE il cui modello di distribuzione NON prevede rappresentanti in loco per veicolare il suo prodotto:
(1) …ha TUTTO IL DIRITTO di fare business nella Comunità Europea;
(2) …può farlo SENZA MUNIRSI DI UNA STABILE ORGANIZZAZIONE assoggettata alle imposte dello Stato in cui tale Stabile Organizzazione risiede.”
Scusa ma i networkers o gli IVD cosa sono??
Errato: anche per le aziende UE che esercitano l’eCommrce sull’Italia in forma non sporadica od occasionale, sono tenute a registrare la propria posizione definita “IVA Diretta” (articolo 35-ter del Dpr 633/1972) Mod: ANR/3; questa norma è affinché le aziende che vendono a distanza da una nazione diversa da quella ove si consegna la merce o quella ove risiede il consumatore versino l’IVA (con l’aliquota corretta) nella nazione ove si perfeziona la vendita.
Nel caso del MLM o NM l’azienda si avvale di personale incaricato alla promozione delle vendite, definiti intermediari, incaricati, rappresentanti o agenti.
La legislazione che regolamenta le aziende commerciali che fanno vendite a domicilio, MLM e NM comprese; sono regolamentete dal DLGS 114/1998 che prevede all’art. 5 una serie di prescrizioni!
Tra queste la verifica dei requisiti presso la Questura ove è la sede della società e del titolare o del proposto.
Dal Produttore al Consumatore Finale
Anche sul punto delle vendite affermi: “Questo genere di imbecilli che fanno la guerra alle aziende estere NELLA COMUNITA’ EUROPEA non ti dicono però che IN ITALIA il 98% dei Networkers VENDE A NERO.”
Vero che molte aziende non serie ed i comportamenti di molti Networker non sono corretti, ma molte aziende serie e legali differenziano gli acquisti per uso personale da quelli che sono prodotti destinati ad essere consegnati ai clienti finali! Infatti nelle aziende serie esiste un limite agli azquisti personali!
Provo ad esemplificarli con i due esempi pratici (valori esclusa IVA)
NFR: Not For Reselling – Uso personale!
100 – (Sconto riservato IDV) 30% = 70
FR: For reselling – Da consegnare al cliente!
100 – (margine IDV) 30% – 6% (Tassazione IDV) = 76
Questa procedura è comunemente adottata da Amway, Herbalife, Just, Avon, Tupperware e molte altre aziende, puoi chiedere agli incaricati di queste aziende di mostrarti anche la specifica modulistica con le garanzie legali per il cliente finale (diritto di recesso e privacy).
Tu affermi: “Tutti sanno che il Network Marketing consiste nel PORTARE UN PRODOTTO DAL PRODUTTORE DIRETTAMENTE NELLA CASA DEL CONSUMATORE FINALE.”
Parli di Vendita Diretta: Errore!
La vendita diretta è divisa in due categorie:
47.91 Commercio al dettaglio per corrispondenza o attraverso internet.
– si effettua senza l’ausilio di personale addetto alla raccolta degli ordinativi o alla vendita dei prodotti!
47.99 Commercio al dettaglio di prodotti vari, mediante l’intervento di un dimostratore o di un incaricato alla vendita.
– si effettua avvalendosi di IVD Incaricati alle vendite a domicilio.
Le 3 P: PAURA DI PERDERE LA PENSIONE
Correttamente affermi che l’azienda deve versarti i 2/3 dei contributi INPS, la contribuzione che l’azienda dovrebbe versare con le norme vigenti va a comporre il cumulo dei contributi su cui si calcolano le pensioni, ma se l’azienda non li versa sei tenuto a versarli tu e non per 1/3, ma per l’intero (dal 23.72% al 31.72% a seconda della tua posizione INPS, sul totale pagato e non sul 78% come per gli IVD)!
Che poi quando sarà il momento l’INPS possa pagare le pensioni o no, questo non te lo può dire e garantire nessuno!
PAURA DI PAGARE PIU’ DEL 18% DI TASSE
Corretto quando affermi che l’esterovestizione è un reato, se non vivi e risiedi nella nazione ove eleggi un domicilio fiscale per almeno la metà più uno dei giorni dell’anno!
Ma la tassazione degli IDV è il 23% sul 78% delle commissioni; il 22% sono una detrazione forfettaria di spese; ma se non sei un IDV la tassazione è ben diversa!
Innanzitutto i redditi si cumulano con gli eventuali altri redditi, inoltre puoi essere considerato un “professionista” soggetto ad avere una posizione fiscale!
Tu affermi: “Il primo maratoneta è l’azienda italiana che cerca di vincere correndo con il 64,7% di pressione fiscale sulle spalle e l’altro ad esempio rappresenta un’azienda bulgara con la sua tax flat unica del 10%.”
I miei complimenti, affranchi l’evasione fiscale e delle imposte, poi ti lamenti che l’INPS non potrà pagare le pensioni; già se le aziende non versano le imposte sui fatturati prodotti in Italia e sui compensi pagati in Italia sicuramente non vedremo altro che la devastazione delle casse dello stato.
Il Network Marketing e l’Affiliate Marketing
Tu affermi che il Networkers dovrebbe occuparsi, non della promozione della vendita dei prodotti, ma solo di generare traffico!
Perfetto, ma allora usciamo dalle norme e dalle leggi che regolamentano le vendite a domicilio, IVD!
Infatti parli di Affiliate Marketer, che al momento è considerata dalle agenzie fiscali come una attività continuativa di promozione pubblicitaria e/o di testimonial pubblicitario, che ha ben altre regole fiscali-
Tesserino
Parli del tesserino come di un mero biglietto da visita, non è così!
Il tesserino è un obbligo previsto dall’Art.3 comma 1° Legge 173/2005 “è soggetta all’OBBLIGO del possesso del tesserino di riconoscimento” previsto dal DLGS 114/1998.
Il tesserino viene emesso dopo una specifica procedura presso la Questura competente, permette al possessore di promuovere le vendite che si svolgono al di fuori dei locali commerciali e comunque ove si trovi il consumatore per lavoro, svago, studio o motivi personali; secondo una giurisprudenza consolidata i contrattidi vendita stipulati in assenza di personale abilitato sono NULLI o ANNULLABILI!
Ma come espressamente richiamato sia dalla legge 173 del 2005 che dal dlgs 114 del 1998, il possesso del tesserino abilita l’IVD ad accedere al regime fiscale e previdenziale specifico e fortemente agevolato.
Per l’emissione si devono possedere alcune specifiche caratteristiche ed in particolare non si deve essere pregiudicati.
Affermi che chi pretende che l’azienda doti tutti i suoi incaricati di tesserino dovrebbero essere passati per le armi, peccato che l’agenzia delle entrate abbiano richiesto l’esibizione dei tesserini in casi di contenzioso fiscale pena la riclassificazione dei compensi; recentemente anche molti commercialisti hanno obbiettato all’applicazione del profilo fiscale di IDV in assenza di tesserino o nei cai in cui l’azienda non risultasse iscritta con codice Ateco 47.99.X ed autorizzata dal Comune ove ha sede.
Parli di dropshipping
Forse non sai di cosa si tratti!
Il dropshipper è un commerciante con relariva posizione fiscale e “licenza” di commercio al dettaglio o all’ingrosso che utilizza un sistema di logistica in remoto.
Alcune aziende di produzione offrono un contratto di dropshipping, ma richiedono che il dropshipper sia in possesso delle autorizzazioni e dei permessi.
Ti invito ad approfondire l’aspetto fiscale e regolamentare dell’attività con personale competente e non sparare a caso notizie non corrette; io e molti altri abbiamo già visto anche commercialisti ed avvocati promuovere attività che successivamente sono state dichiarate illegali e/o fraudolente!
Gentilissimo Belloni, se invece di sparare quest’accozzaglia di supercazzole ti fossi prima preso il tempo di leggere DI QUALE NETWORK MARKETING STO PARLANDO, forse ti saresti risparmiato questa esibizione.
Riguardo alle aziende estere TU AFFERMI: “Esiste il principio della libera circolazione”, ed io sottolineo APPUNTO, poi tu aggiungi che esiste “una enorme legislazione di divieti”, ed io ti domando E QUINDI? Non mi sembra di aver istigato a violare nessun divieto fino a prova contraria.
Sai cosa mi lascia perplesso in tutto questo? Tu sei lo stesso che su Facebook promuove ancora fantomatici Network dal minimo d’ordine mensile di consumo per essere attivi da € 200. Te lo ricordi o necessiti di screenshot? Allora cazzo venite a rompere i coglioni qui se tra me e voi c’è un abisso incolmabile?
Non siamo la stessa cosa IO e voi, perciò non troveremo MAI punti di contatto. Voi siete il Network Marketing che sta morendo, io rappresento in Europa il Network Marketing glorioso a venire. Studiati bene ogni singola pagina di questo Blog così capisci una volta per tutte quello di cui si parla e mi eviti di sentire le solite cantilene.
Mi dici che io non conosco il dropshipping, e scrivi questo: “Il dropshipper è un commerciante con relativa posizione fiscale e “licenza” di commercio al dettaglio o all’ingrosso che utilizza un sistema di logistica in remoto”.
Ora io mi chiedo, ma ci sei o ci fai? Che cosa vuol dire gestire un sistema di logistica in remoto? Te lo spiego meglio, vuol dire che non necessiti di fare tu magazzino, e di fatto nessuna azienda che io faccio nascere sotto la mia direzione osa scaricare il magazzino nel cofano della macchina dei suoi Networker.
Si lavora in remoto, ma l’azienda vende, e l’azienda distribuisce. Non ci sono pack d’ingresso, non ci sono spese minime per rimanere attivi, e NON C’E’ UN MARGINE PER LA VENDITA DIRETTA, l’affiliato paga i prodotti alla stessa maniera del cliente.
Ergo, -non desidero ripeterlo più-, è scritto su ogni sacrosanta pagina di questo Blog, nelle aziende di Network Marketing che io creo NON esiste nessuna vendita a Domicilio.
E’ inutile creare nuove entrate se poi non si sa come proteggerle. Il raggiungimento della libertà finanziaria non può prescindere dallo studio della fiscalità.
Grazie Ricky per questi preziosi spunti di riflessione 😉
Bravo Giuseppe! Un saluto 🙂